Pedalatea di uno spellegrino. 8° tappa da Sahagun a Boadilla del Camino

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di MARIO BOLLI, Presidente ARCIATEA <>

L’8^ tappa da Sahagun a Boadilla del Camino è un po’ più lunga (66,1 kilometri percorsi in 3 ore e 31 minuti) ma non faticosa (410 metri di dislivello in salita e 440 in discesa); c’è tempo per esaminare, agganciandoci alle riflessioni fatte sulla crisi del cammino e sulla dottrina sociale cattolica, i tentativi di far risorgere il pellegrinaggio nella seconda metà del secolo scorso. Il Vaticano, nel nuovo assetto geopolitico bipolare Usa-Urss, non eliminò la sua contrarietà al liberalismo ma accentuò la sua ostilità (con scomuniche, ecc.) verso il campo socialista e, ancora più, verso il comunismo ateo. Anche il cattolicesimo venne condizionato dai “30 gloriosi”, cioè dal periodo (1945-1975) in cui, grazie all’adozione del welfare universalistico, ci fu una riduzione delle disuguaglianze come mai in precedenza nei paesi industrializzati, e la nascita di movimenti di liberazione ovunque.
Il Concilio Vaticano II (1962-1965) raccolse in parte queste spinte progressiste, ma sostanzialmente le riassorbì già con Paolo VI; restò la riforma della liturgia e poco altro, e la condanna della teologia della liberazione. In questo contesto, aumentarono gli sforzi delle gerarchie ecclesiastiche per riaffermare, con rinnovate narrazioni, con ricostruzioni “storiche”, con nuove tecniche e mezzi di comunicazione, la declinante sacralità dei riti, la quasi dimenticata devozione per i santi e le reliquie. Il cammino per Santiago, quindi, venne rilanciato con riti specifici, con lettere pastorali, con visite papali, con racconti edificanti, con apposite associazioni di promozione del pellegrinaggio. Diede il suo contributo anche il regime franchista che aveva bisogno della valuta pregiata dei pellegrini europei e di offuscare nell’opinione pubblica internazionale il suo carattere clericofascista. L’operazione in parte riuscì, ma intanto erano emersi caratteri nuovi, che affronteremo pedalando da Boadilla del Camino fino a Burgos, successivamente torneremo anche sulle fantasiose ricostruzioni “storiche” dei cattolici per minimizzare il loro sostegno al franchismo.

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