di MIKOS TARSIS <>
È strano che un’Europa così profondamente laica, in cui le chiese protestanti tacciono su qualunque catastrofe umanitaria, e in cui la voce del papa è quella di uno che grida nel deserto, in quanto nessuno si sente in dovere di ascoltarlo; è strano che, nonostante il valore etico, filosofico e politico della laicità sia stato conseguito dopo tanti secoli e dopo tanto spargimento di sangue, l’Europa degli statisti (salvo qualche eccezione) e di una certa fetta di popolazione difenda uno “Stato-nazione” della religione ebraica.
Ci rincresce la brutalità dei metodi terroristici che i sionisti usano per difendersi, ma nel complesso riteniamo gli islamici, a causa del loro numero e dei loro flussi migratori in Europa, molto più pericolosi per la nostra sicurezza e soprattutto per i nostri valori.
Proprio in nome dei nostri valori laici, dovremmo tenere una posizione più equilibrata, più distaccata, evitando di schierarci apertamente per uno Stato confessionale. Anzi dovremmo considerare vergognoso l’atteggiamento di chi ci considera antisemiti solo perché ci permettiamo di dire che i metodi usati da Israele per difendersi sono disumani.
Una posizione laica è razionale, è basata sul buon senso, sulla tolleranza, sul rispetto della diversità: tutte cose che Israele, sin dalla sua nascita, non ha mai avuto.
Noi non siamo tenuti a nutrire sensi di colpa nei confronti di una popolazione che, per poter esistere, adotta gli stessi metodi genocidari che abbiamo usato noi nei suoi confronti nei secoli passati. Noi europei abbiamo sbagliato e ci siamo pentiti dei nostri errori, ma questo non dovrebbe impedirci dall’essere obiettivi.
Proprio in nome della laicità e naturalmente della democrazia, di cui ci vantiamo d’essere i campioni, noi europei dovremmo dire che l’atteggiamento dei sionisti è barbarico, è disumano, è contro ogni regola internazionale: di sicuro non risolverà la questione palestinese, anzi la peggiorerà ancora di più, poiché l’odio che scatena non avrà mai fine.
Israele non vuole giustizia né pace, ma una guerra a sfondo colonialistico. Ora sta costringendo i palestinesi a scavarsi in fretta le tante fosse comuni dei tanti civili ammazzati, ma, così facendo, non lascia molte alternative ai propri nemici, anche se la codardia dei Paesi islamici, riunitisi tempo fa a Ryad, è stata piuttosto imbarazzante.
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