Resistere

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di MARIA GIGLIOLA TONIOLLO <>
A quanto pare, la lobby neo-con contro il diritto all’aborto e contro le identità di gay, lesbiche e trans non si limita a pontificare sulle scelte umane, ma conviverebbe volentieri in Italia con il neofascismo e oltre a sentenziare in nero sulle vite delle persone, magari abusando del verbo di Cristo, non disdegnerebbe lucrosi traffici, operazioni immobiliari discutibili, conti svizzeri, transazioni finanziarie non lineari in combutta con formazioni neofasciste italiane: imbarazzante forse per Giorgia Meloni e per gli altri talenti del suo Governo, dove per es. associazioni di fama integralista vengono “audite” con deferenza, dove gli anti-abortisti stanziano nei consultori e dove si attenta apertamente e volentieri contro la libertà di insegnamento, data la conclamata influenza di certi movimenti ultracattolici nel sistema scolastico italiano. Si sa peraltro che l’Associazione Pro Vita & Famiglia Onlus ha legami stretti con il potentissimo sottosegretario alla Presidenza del Consiglio del Governo Meloni, Alfredo Mantovano, con Eugenia Roccella Ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità e con Ignazio La Russa, Presidente del Senato e seconda carica dello Stato.

Una bella inchiesta di Simone Alliva e Stefano Vergine sul quotidiano Domani (02/03 dicembre 2024) sollevava appunto interrogativi sulla problematica vicinanza tra Pro Vita & Famiglia e partito neofascista, rilevando legami finanziari tra Antonio Brandi, presidente dell’associazione e Roberto Fiore, leader di Forza Nuova. Dopo le smentite di rito, nuove verifiche proverebbero invece, secondo i due giornalisti di Domani, relazioni economiche significative che coinvolgono compra-vendite e fondi provenienti da conti svizzeri. I Pro Vita smentiscono i legami con Forza Nuova, ma i traffici sono troppi per non farsi notare e il quadro risulta sempre più chiaro, come per alcuni immobili di Bari, di Latina, di Padova e di Treviso venduti da Roberto Fiore ad Antonio Brandi, che li avrebbe acquistati a titolo personale, ma che in seguito, nel 2019 sarebbero stati trasferiti gratuitamente a Pro Vita, pur restando in molti casi in uso a Forza Nuova come sedi locali.

Pro Vita, con altre organizzazioni di stampo integralista, ha guadagnato in Italia potere nelle grandi stanze, può contare su facilitazioni istituzionali ed evidentemente su un fiume di denaro, data l’entità delle sue campagne di comunicazione, tutte orribili, omotransfobiche, conservatrici e tanto tanto di cattivo gusto, come i famigerati cartelloni con bambini spauriti chiusi nel carrello della spesa, donne incinte con vistoso fiocco rosa sulla pancia, giovani down o peggio enormi immagini di feti condannati. Nonostante i toni da fine del mondo, infatti, e una strategia comunicativa volgare e di effetto, o probabilmente proprio per queste ragioni, l’associazione è oggi considerata assai positivamente dal governo Meloni, che tristemente ne condivide e ne professa, anche nelle aule, le posizioni sui diritti civili, mentre molti sono i rappresentanti di Fratelli d’Italia, di Lega e di Forza Italia ad aver sottoscritto il manifesto dell’associazione.

I movimenti Pro Vita sono da sempre fortemente conservatori, si oppongono all’aborto, ai diritti lgbt e all’educazione sessuale inclusiva, promuovono una visione falso-tradizionalista della famiglia e della sessualità basata su valori pseudo religiosi e ideologie patriarcali. Eppure, o proprio per questo, riescono a dettare i loro principi all’attuale governo: Pro Vita di fatto riceve soldi e supporto dal Governo Meloni, detta l’agenda politica al parlamento italiano in temi assai delicati e ora anche a quello europeo. Non contenta della propria attività sul suolo italiano, infatti, a livello europeo nel settembre 2024 Pro Vita & Famiglia ha inaugurato a Strasburgo un nuovo Dipartimento “Unione Europea” per contrastare iniziative legislative dell’UE su aborto, diritti lgbt e educazione sessuale, definite una “colonizzazione ideologica totalitaria “. L’obiettivo è di influenzare il Parlamento Europeo con dossier e rapporti tematici, coinvolgendo gli Europarlamentari italiani e creando sinergie con altri gruppi pro-life europei. Il quadro appare altamente inquietante e mostra come, dopo aver “conquistato” l’Italia grazie alla forte influenza su Giorgia Meloni e sul suo governo, Pro Vita stia ora andando a penetrare il Parlamento Europeo e i meccanismi decisionali dell’Unione.

Il presidente Antonio Brandi ha dichiarato di voler collaborare con i parlamentari per promuovere “la vita e la famiglia”, rispondendo anche alla crisi demografica europea. Nei giorni precedenti, Pro Vita aveva criticato finanziamenti UE destinati a progetti lgbt nel programma Erasmus+, come “DragTivism Junior” (mio articolo del 12/12/2024) e “Gender 101”, accusando la Commissione Europea di sostenere iniziative contrarie ai “valori tradizionali”.

In tema di scuola ed educazione nel marzo 2023 sempre l’associazione Pro Vita e Famiglia aveva consegnato al ministro Valditara un documento di centocinque pagine, con previsione di scrupolosi aggiornamenti mensili, intitolato “Progetti applicati nelle scuole italiane ispirati alla teoria gender“: un elenco di iniziative e spunti da combattere in quanto nobili, corsi anti-bullismo e materiali per l’inclusività e l’uguaglianza, bollati per questo dal governo come “corsi sul gender”, con monitoraggio su segnalazioni da un numero verde, diffuso anche nelle chat dei genitori, pronti a denunciare corsi definiti morbosamente “erotizzanti”, contro-promettendo una rivoluzione “antropologica positiva” per “contaminare istituzioni e informazione”.

A livello locale, il movimento ProVita sarebbe rafforzato – sempre secondo Domani – da iniziative come Teen Star, metodo formativo fondato negli anni ’80 dalla ginecologa e suora missionaria Hanna Klaus,sedicente programma di educazione sessuale su valori tradizionali, approvato dal Ministero dell’Istruzione, a promuovere per es. temi come l’astinenza, la castità, il metodo Ogino Knaus e la Teologia del Corpo. A Torino l’Istituto Comprensivo Statale Costantino Nigra aveva ospitato poche lezioni prima che alcune famiglie, scoperti i sotto testi del corso, ritirassero figlie e figli adolescenti dal programma. Nel navigare il sito, emerge un dettaglio notevolmente interessante: il programma Teen Star sarebbe attivo in ben cinquantasei Paesi, tra cui Ungheria, Uganda, Zimbabwe, Francia, Germania, Polonia e Regno Unito ed è oggi diretto da Pilar Vigil, docente presso l’Università Cattolica di Santiago in Cile e membro della Pontificia Accademia per la Vita.

Dopo le gravi rivelazioni dell’inchiesta giornalistica del quotidiano Domani, Alessandro Zan, eurodeputato PD, ha presentato un’interrogazione alla Commissione Europea (interrogazione con richiesta di risposta scritta E-002801/2024/rev.1) puntando sull’idoneità di Pro Vita come onlus iscritta al Registro di Trasparenza dell’Unione Europea e ovviamente Pro Vita & Famiglia ha contestato aspramente l’interrogazione di Alessandro Zan dichiarando che agirà legalmente contro le affermazioni contenute nell’interrogazione che Alessandro Zan definite “assolute falsità”.



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