Mano di ferro in guanto di velluto. Dialogo tra un non credente e un cattolico (un po’ deluso)

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di Valerio Pocar <>
Non Credente. Senti questa. Titolo a tutta pagina su un quotidiano nazionale [la Repubblica, 29 luglio 2024]: “Morale e politica la Chiesa sbiadita non guida più gli italiani”.

Cattolico. Non mi sorprende, purtroppo. Da un pezzo vedo che il magistero ecclesiastico non è più tanto ascoltato.

NC. Ma qui non si tratta della tua impressione, ma di un sondaggio sull’opinione degli italiani. Meglio usare il condizionale, perché coi sondaggi è bene essere prudenti, però le cifre fanno pensare e più ancora colpisce il calo dei consensi verso la Chiesa come guida in solamente vent’anni.

C. Lo so, lo so. Lo vedo dalla ridotta frequenza alla messa.  Tanti ormai entrano in chiesa soltanto per battesimi, matrimoni e funerali, come dovere sociale, insomma, non come pratica religiosa. E tanti in chiesa sono battezzati, si sposano e vengono accompagnati nell’aldilà soltanto come tradizione sociale, pur non credendo affatto.

NC. Già, non per nulla si fanno le statistiche sui battezzati, ma non sui matrimoni concordatari, vertiginosamente in calo rispetto a quelli civili.

C. Comunque, apprezzo di più i pochi che credono davvero piuttosto che i baciapile per convenienza.

NC. Come non darti ragione? C’è da chiedersi, però, come mai ci siano i baciapile per convenienza, specie tra certi politici del “dio, patria, famiglia”, del rosario e del Vangelo in mano eccetera. Se il credito a favore della Chiesa è modesto, che vantaggio ne traggono? Forse, c’è una reciproca sopravvalutazione.

C. Senti, a me il dio patria famiglia, il rosario e il Vangelo stanno bene. Però l’ipocrisia m’infastidisce. Bisogna vivere secondo il Vangelo, non usarlo come strumento…

NC. Bravo! E che gli racconti ai cattolici non solo di oggi, ma di secoli e secoli addietro? Il Vangelo non ha rappresentato un’arma impropria per guerre, persecuzioni eccetera?

C. Purtroppo è andata così, ma ora dobbiamo tornare sulla via giusta.

NC. Era ora! Ma non divaghiamo e torniamo sul fatto che si va riducendo l’ascendete della Chiesa sugli italiani. Un popolo, lo dico con qualche amarezza, che da sempre ha pregato e si è affidato piuttosto a san Gennaro e a padre Pio che non a Gesù Cristo.

C. Non infierire!

NC. Va bene, smetto e torno al sondaggio. Forse stiamo assistendo a un mutamento epocale. Nei secoli passati la Chiesa ha lottato strenuamente per sostenere le sue affermazioni rispetto alla realtà fisica, il sole che gira intorno alla terra e via discorrendo. Poi, di fronte a inoppugnabili scoperte scientifiche, ha dovuto capitolare. Ci ha messo quattro secoli a riabilitare Galileo e non ha ancora riabilitato Giordano Bruno. Ma diamole il tempo!

C. Anche se sono un cattolico convinto, ne traggo un insegnamento: mai contrabbandare come verità di fede affermazioni delle quali non hai la certezza.

NC. Non per caso, la Chiesa, da diverso tempo, ha smesso di parlare di fisica e metafisica e si è dedicata alla morale. Un terreno apparentemente più gestibile, essendo più opinabile. Il guaio è che la morale è opinabile proprio perché è un prodotto culturale dell’umanità e, quindi, cambia secondo i tempi e i luoghi.

C. Però certe affermazioni mi sembrano universalmente giuste.

NC. Ma sì. Però se sono condivise da un certo momento in poi, non puoi essere sicuro che non potranno cambiare. Su alcuni temi, infatti, stanno già cambiando, anche profondamente. Pensa, per esempio, che secondo quel sondaggio addirittura la metà di coloro che frequentano assiduamente la messa pensano che l’insegnamento del magistero sia utile, ma che poi ognuno debba seguire la propria coscienza. Stiamo parlando di argomenti come famiglia, sessualità, fine vita e via dicendo. Se poi si prende in considerazione l’età, alla metà dei giovani dell’insegnamento della Chiesa o non gliene importa niente o addirittura pensano che la Chiesa farebbe meglio a occuparsi d’altro.

C. Io penso che, invece, che sia un insegnamento importante e da seguire.

NC. E tu hai il diritto di pensarla come ti pare e fai benissimo. Dico solo che se non prende atto del mutamento sociale e delle trasformazioni dei valori e della cultura, la Chiesa ripete l’errore che le ha negato credibilità sui temi legati alla rappresentazione della realtà. La sofferenza non giova ad andare in paradiso, il genere è una condizione da decidere, la famiglia chissà che cos’è, eccetera eccetera.

C. Ma la Chiesa deve tener ferma la sua posizione…

NC. Come se nei secoli non avesse cambiato opinioni morali un’infinità di volte! Ma faccia pure. Però, finché resterà autoreferenziale, continuerà a perdere credito. Ti sei reso conto che nel recente documento Dignitas infinita i riferimenti sono solo alle parole di Leone XIII, siamo nel 1891, e a quelle del Papa regnante? Penso che fingere di aprire a parole verso le idee e verso coloro che alla Chiesa non piacciono per poi subito ritrattare ufficialmente ribadendo con fermezza le posizioni tradizionali siano fonte di delusione e di sconcerto, magari proprio nei fedeli. Mano di ferro in guanto di velluto.


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