Il coraggio dell’ateismo. Il grande pioniere: Jean Meslier
di DARIO LODI <>
Primo vero martire, arso sulla pubblica piazza a Parigi nel 1546, fu Etienne Dolet, poeta, editore, umanista e carattere turbolento, impaziente ed orgoglioso (si diceva fosse figlio di Francesco I re di Francia), piuttosto manesco (uccise in un litigio il pittore Compaing), fiero delle sue idee. Ma il primo ad argomentare filosoficamente sull’ateismo, in maniera ampia e profonda, concependolo addirittura dall’interno, fu Jean Meslier (1664-1729), presbitero e filosofo francese, curato di un piccolo paese di campagna, precursore indiscusso del “secolo dei Lumi”. Meslier visse una esistenza anonima, ma divenne colui che oggi conosciamo grazie all’apertura del suo testamento intellettuale dal titolo chilometrico: Memoria dei pensieri e delle opinioni di Jean Meslier, prete, curato di Etrépigny e di Balaives, su una parte degli errori e degli abusi del comportamento e del governo degli uomini da cui si dimostrano in modo chiaro ed evidente le vanità e le falsità di tutte le divinità e di tutte le religioni del mondo, affinché sia diretto ai suoi parrocchiani dopo la sua morte e per essere usata da loro e da tutti i loro simili quale testimonianza di verità. Il testamento, che è corposo, comprende un brano nel quale il sacerdote chiede esplicitamente scusa ai propri fedeli per quanto di falso aveva predicato in tutta la vita, per aver mentito nell’esercizio di una professione di prete non consona alle sue convinzioni filosofiche. Ma soprattutto Meslier si dilunga sulla critica alla Bibbia, dimostrando l’infondatezza storica di molti passi, con l’intento conclusivo di contestare la validità del testo in quanto grossolanamente manipolato a fini idolatrici, ma soprattutto a scopi egemonici da parte degli ecclesiastici.
Ateo e comunista
Il testamento di Meslier si articola in otto parti fondamentali articolate intorno alla condanna della religione e della fede: esse non sono che invenzioni umane, sono ricoveri di errori, illusioni, raggiri, la religione cristiana autorizza le prepotenze e la tirannia dei grandi, falsa l’immortalità dell’anima. Ma Meslier, nel suo testamento, ne ha anche per la monarchia, l’aristocrazia e dunque se la prende con l’ingiustizia sociale e con la morale cristiana del dolore, della sopportazione, arrivando a professare un comunismo anarchico ed una filosofia materialista. Meslier è decisamente per il materialismo ateo e per il comunismo: il Cremlino gli dedicherà una targa commemorativa, facendolo entrare fra gli eroi sovietici, ovvero fra i campioni della nuova umanità. Naturalmente nella visione comunista c’è molta utopia, derivata da un malessere esistenziale causato dai tempi difficili della Francia di allora. L’ingiustizia sociale era quanto mai palese, così come l’ostentazione di lusso e di indifferenza da parte dei nobili e della chiesa. Meslier se la prendeva, in verità, con il sistema del momento. La sua vibrata indignazione e il senso di impotenza lo spinsero ad una condanna sistematica dei due sistemi dominanti, quello monarchico e quello ecclesiastico, in special modo del secondo che viveva tutti i giorni. Per toglierlo di mezzo, il filosofo-prete contestò letteralmente e storicamente il testo biblico, soffermandosi sul Vangelo perché scritto fondante la religione cristiana: ma la religione cristiana non si reggeva affatto sul Vangelo (che invita alla fratellanza e al perdono) dalla fondazione del Sacro Romano Impero, bensì si reggeva principalmente sull’Antico Testamento, che di fatto invita alla sottomissione cieca (con logiche interne, che qui non interessano). L’errore di quel mondo non stava nelle istituzioni, ma negli uomini. Tuttavia, trattandosi di errore umano all’interno di una istituzione, ne consegue che in estrema sintesi, l’istituzione qualcosa che non va lo possiede.
Le conseguenze
Forse poco direttamente, ma certo molto indirettamente, Meslier contribuì in maniera decisiva alla nascita di una umanità più consapevole di sé e più responsabile delle proprie idee e delle proprie azioni. Le istituzioni classiche di potere avevano terminato il loro compito sociale. Il suo comunismo, peraltro di stampo pietistico e quindi di derivazione religiosa, proprio evangelica, era la prova della volontà di un cambiamento sociale e culturale, a prescindere dalla sua fattibilità. La denuncia degli inganni religiosi, della credulità, erano inviti perentori a far valere la personalità individuale, a mettere in moto il proprio cervello come si deve. Dignità intellettuale si chiama l’obiettivo da raggiungere. Ragione è il mezzo per arrivarci. La macchina, grazie a Meslier, è avviata. Allora diamo la parola per un attimo a questo grande personaggio (sempre dal suo Testamento):
“La vostra salvezza è nelle vostre mani, la vostra liberazione dipenderebbe solo da voi, se riusciste a mettervi d’accordo; avete tutti i mezzi e le forze necessarie per liberarvi e per rendere schiavi i vostri stessi tiranni. I vostri tiranni, infatti, per quanto potenti e terribili possano essere, non avrebbero alcun potere su di voi senza voi stessi; tutta la loro potenza, tutte le loro ricchezze, tutta la loro forza, viene solo da voi: sono i vostri figli, i vostri congiunti, i vostri alleati, i vostri amici che li servono, sia in guerra sia nei vari incarichi che essi assegnano loro: essi non saprebbero far niente senza di loro e senza di voi. Essi utilizzano la vostra stessa forza contro voi stessi, per ridurvi tutti quanti in schiavitù […]. Ciò non succederebbe davvero se tutti i popoli, tutte le città e tutte le province si coalizzassero e cospirassero insieme per liberarsi dalla comune schiavitù. I tiranni sarebbero subito schiacciati e annientati. Unitevi dunque uomini, se siete saggi, unitevi tutti se avete coraggio, per liberarvi dalle vostre comuni miserie”. “Trattenete con le vostre mani tutte queste ricchezze e tutti i beni che producete in abbondanza col sudore del corpo, teneteveli per voi e per i vostri simili, non date niente a questi superbi e inutili fannulloni, che non fanno nulla di utile, e non date niente di tutto ciò a tutti questi monaci e questi ecclesiastici che vivono inutilmente sulla terra, non date niente a questi nobili fieri e orgogliosi che vi disprezzano e vi calpestano […]. Unitevi tutti nella stessa volontà di liberarvi da questo odioso e detestabile giogo del loro tirannico dominio, nonché dalle vane e superstiziose pratiche delle loro false religioni. E così non vi sia tra di voi religione diversa da quella della saggezza e della moralità, da quella dell’onestà e della decenza, della franchezza e della generosità d’animo; non ci sia religione diversa da quella che consiste nell’abolire completamente la tirannide e il culto superstizioso degli dèi e dei loro idoli, nel mantenere viva la giustizia e l’equità ovunque, nel lavorare in pace e nel vivere tutti in una società ordinata, nel mantenere la libertà e, infine, nell’amarvi l’un l’altro e nel salvaguardare da ogni pericolo la pace e la concordia tra di voi […]”.
Ed ecco il suo maggior desiderio:
Io vorrei, e questo sia l’ultimo ed il più ardente dei miei desideri, io vorrei che l’ultimo dei re fosse strangolato con le budella dell’ultimo dei preti.