A chi il Forlanini? A noi! Parolin di dio

di GIANCARLO STRAINI <>

Uno Stato autenticamente laico dovrebbe regolare autonomamente l’esercizio delle religioni, garantendone le libertà, ma non patteggiare con uno Stato estero riconoscendo di fatto una sorta di dualismo tra il potere politico secolare e il potere morale spirituale, come fosse un riflesso della medievale lotta per le investiture, con cui il papa e l’imperatore si contendevano il primato della legittimazione dell’autorità.

I Patti lateranensi furono firmati da Mussolini l’11 febbraio 1929 e revisionati con Craxi il 18 febbraio 1984, fondamentalmente per togliere dal Concordato l’insostenibile clausola della “religione di Stato”.

L’anniversario di quest’anno è stato celebrato il 13 febbraio da Mattarella e Meloni, insieme a una folta delegazione governativa, e dal Segretario di Stato Vaticano Pietro Parolin, che ha tra l’altro dichiarato: “Qui non si tratta di arrivare a nessuna conclusione. L’occasione dei Patti lateranensi è più che altro un momento in cui si fa il punto della situazione”.

In realtà, come si può leggere in una nota stampa congiunta, l’incontro era stato preparato anche da una “Dichiarazione di Intenti tra Santa Sede e Governo della Repubblica Italiana circa l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù”, sottoscritta da Parolin e da Mantovano (sottosegretario di Meloni). L’accordo, ancora da definire nei dettagli, prevede la cessione alla Santa Sede dell’area e dell’immobile denominato “complesso Forlanini”, compresi i diritti di extraterritorialità (quindi anche l’esenzione dai tributi).

La lunga e complicata storia dell’ospedale Forlanini è anche storia di lotte di cittadini per la sua riapertura (vedi su Lavoro e salute pag.43 l’articolo di Emilia Galtieri e Salvatore Costa, attivisti per il Forlanini bene comune e del Forum per il diritto alla salute del Lazio).

Negli anni ’80 era il più grande complesso ospedaliero d’Europa; poi dal 2000, con l’elezione a Presidente della Regione Lazio di Francesco Storace (MSI-AN) è iniziato il “progetto” per la sua chiusura, continuato anche dai successori di centrosinistra (Marrazzo e Zingaretti) fino alla chiusura nel 2015, nonostante l’opposizione di Comitati di cittadini sostenuti dalla CGIL che si propongono di mantenerne la proprietà e la gestione pubblica (con proposte di esperti, raccolte firme, ricorso al TAR, manifestazioni, piattaforme rivendicative e trattative purtroppo inconcludenti).

Intanto si è palesata nel 2022 l’esistenza di trattative “segrete” con il Vaticano per trasferire il suo ospedale pediatrico Bambino Gesù dal Gianicolo al Forlanini. I progetti per un utilizzo pubblico sono insabbiati per “mancanza di fondi”. Sarebbe più esatto dire per non disturbare evasori e elusori fiscali, e per alimentare il business della sanità privatizzata, nazionale e globale.

L’emirato del Qatar non investe solo nel calcio, ma anche nella sanità. “Tutto inizia nel 2014, grazie a un accordo siglato il 21 maggio a Palazzo Chigi tra l’allora premier Matteo Renzi, il presidente della Regione Sardegna Francesco Pigliaru e il project manager della Qatar Foundation Endowment (QF) Lucio Rispo” – possiamo leggere su Sirene online, mensile di informazione e di servizio destinata a utenti e operatori sanitari del Lazio – che investe nel Bambino Gesù di Olbia, “con un finanziamento decennale pari a 1,2 miliardi”; seguito dall’accordo con la Fondazione del Policlinico Agostino Gemelli – sempre di area vaticana – per la gestione dell’Ospedale Mater Olbia. Non è chiaro quanto l’ecumenismo finanziario vatican-qatarino si esprimerà anche al Forlanini. Comunque, un giornale sindacale ci informa che “Il coordinamento dei Comitati Forlanini si sta impegnando nella difficile opera di acquisire informazioni certe sull’accordo e sul ruolo del sindaco Gualtieri e del presidente regionale Rocca, ringraziati pubblicamente dal sottosegretario Mantovani per il ruolo svolto in questa trattativa con il Vaticano”. Per continuare la lotta.