Benedizioni mordi e fuggi
di MARIA GIGLIOLA TONIOLLO <>
Fiducia Supplicans, le benedizioni cortesemente concesse alle coppie dello stesso sesso: frettolose, non dovranno durare più di quindici secondi, senza rituale né benedizionale, affinché resti chiara la distinzione tra buoni e cattivi, tra benedizioni liturgiche e ritualizzate e quelle cosette spontanee come i gesti della devozione popolare, poiché esse benedizioni non sia mai siano vissute come “una consacrazione della persona o della coppia che le riceve, … una giustificazione di tutte le sue azioni, … una ratifica della vita che conduce“.Soprattutto, dovranno prevedere un discorso standardizzato, imposto da una nota del Dicastero per la Dottrina della Fede a emanazione diretta del cardinale prefetto Victor Manuel Fernandez e del segretario Armando Matteo. Naturalmente, la “cerimonia” mai sia considerata contestuale al rito civile di unione e nemmeno lontanamente messa in correlazione ad esso, niente abito formale per la sventurata coppia, niente che possa lontanamente evocare un matrimonio, solo una sorta di rito a questo punto semi clandestino, obbligatoriamente lontano dall’altare e da qualsiasi altro luogo “importante” dell’edificio sacro. E se non ce ne fosse ancora abbastanza, resta in più la piena discrezione dei vescovineldecidere se applicare o meno la “Fiducia Supplicans” per chi la chiede. Tutto ciò nell’intento di “non creare confusione” tra un gesto di prossimità pastorale e un rito sacramentale, mille anni luce lontani dall’accoglienza e dall’apertura dimostrate negli anni dalla Chiesa Valdese.
Dunque questo “il passo avanti” della Chiesa cattolica, una benedizione a coppie di persone dello stesso sesso assimilate a coppie irregolari, dove la maggiore enfasi è spesa a sottolineare, e non ce n’era bisogno, come questa sorta di “premio di consolazione” non metta in discussione, e semmai che non si sapeva, la dottrina cattolica sul matrimonio. Alle coppie omosessuali dalla Chiesa di Roma vengono destinate meno che briciole, restano amori clandestini, non dire a mamma… Per molti era stata una notizia, ma il giubilo si era chiuso ben presto, per l’ennesimo declassamento millenario che rappresentano, non dissimile da quanto già successo in materia di riconoscimento delle unioni civili fra persone dello stesso sesso nel nostro Paese, stabilire cioè classi nobili e classi tollerate con meno diritti.
Perché allora tanta apprensione e tanto voler specificare? Se si pensa alle storiche benedizioni date ai soldati, ai crociati e ai cavalieri, alle armi bianche e da fuoco, ai cannoni e alla polvere da sparo, ai proiettili balistici, alle bandiere di guerra e alle suppellettili militari, a quel frammento di stoffa con la croce in Terrasanta…
È vero che la dichiarazione del Dicastero per la Dottrina della Fede supererebbe il divieto assoluto, il “non possumus” di un recente passato, dato pochi mesi fa dallo stesso Papa Bergoglio e forse è proprio questo l’aspetto interessante di tutta la questione: l’apparente cambio di rotta dopo lo scorso marzo 2023 quando il Vaticano si era opposto a un’iniziativa analoga della chiesa tedesca e il prefetto emerito del dicastero per la Dottrina della fede Gerhard Ludwig Müller aveva sprecato il termine “blasfemia”.
Nel settembre 2021 altre indicazioni “rivoluzionarie” erano arrivate dal Dicastero per la Dottrina della Fede, controfirmate da Papa Bergoglio come l’accesso al battesimo per le persone transessuali e per i figli delle coppie di persone dello stesso sesso, persone trans padrini, madrine e testimoni di nozze in chiesa. Un’apertura “rivoluzionaria” in risposta ad alcuni quesiti posti al Dicastero dal vescovo di Santo Amaro in Brasile, monsignor José Negri, lo scorso luglio, tutte risposte in punta di diritto canonico, ma assai modeste dal punto di vista dell’accoglienza umana, risposte che tuttavia hanno scatenato proteste inimmaginabili. La scienza ha le sue risposte, le società le loro. Le religioni si difendono, sembrano a volte aprirsi, ma molto temono e creano giochi di prestigio. “La benedizione delle coppie arcobaleno è un’eresia”: i vescovi belgi non vogliono legittimare, contestano violentemente le dichiarazioni del Papa e ritengono non di sua competenza “cambiare la Rivelazione”.
L’ex nunzio negli Stati Uniti, Carlo Maria Viganò, uno dei più fieri oppositori di papa Bergoglio, attacca violentemente la dichiarazione “Fiducia supplicans“: “Quando il demonio cerca di persuaderci a peccare, enfatizza il presunto bene dell’azione malvagia che vuole spingerci a compiere mettendo in ombra gli aspetti necessariamente contrari ai comandamenti di Dio”. Viganò, attaccherebbe così “i falsi pastori, i servi di Satana ad iniziare dall’usurpatore che siede sul soglio di Pietro”, ritenendo quella di papa Bergoglio niente altro che una indebita sollecitudine pastorale nei confronti di adulteri e sodomiti. E sempre secondo monsignor Viganò, il papa sarebbe “desideroso di rendere la Chiesa Concubina del Nuovo Ordine Mondiale” e cosa impedirà in futuro di benedire poliamori, pedofilia, o la bestialità dell’amore animale, magari proprio in nome dell’accoglienza?”.
Sempre così, un piccolo dare, paura, rimostranze, troni che crollano, poteri oscuri che agitano passi indietro: benedizione alle coppie di persone dello stesso sesso sì, no, meglio solo un po’, apertura alle persone transessuali, sì no, ma guai, c’è la teoria “gender”, va bene che siano figlie e figli di Dio, ma non montiamoci la testa, sex worker ospitate in chiesa in tempo di Covid e sfamate, sì, ma solo se elemosina… figli e figlie delle famiglie arcobaleno, sì, battezzati, ma la gravidanza per altri sia bandita in tutto il mondo….