Le credenze alternative. Quando la fantasia sovrasta ragione e evidenza

di NANDO TONON <>
Un denominatore comune

Questa rivista si rifà all’esigenza di vivere liberi dal condizionamento che esercita ogni religione. Ne discende che il suo titolo, “NON CREDO”, si riferisce al versante delle credenze di tipo confessionale.
Tuttavia, se l’obiettivo primario resta quello di trattare le molteplici implicazioni del credere religioso, non sarà inutile osservare che il fenomeno del “credere”, nella sua accezione generica, merita di venire approfondito anche negli aspetti non espressamente attinenti al rapporto col trascendente.
Esiste infatti, tra le diverse manifestazioni del credere, un evidente denominatore comune: l’atteggiamento fideistico sotteso al valore stesso del vocabolo. Nel caso dell’istanza religiosa l’approccio trova motivazioni profonde nel bisogno di capire il senso della nostra presenza nel mondo, il significato ultimo della vita (se ne ha uno), il destino dell’uomo dopo la fine della sua parentesi terrena, il rapporto con l’ipotetico artefice di tutto questo.

La ricerca di soluzioni per vie traverse

Nelle forme meno nobili, invece, esso risponde alla puerile speranza di risolvere per vie traverse i piccoli e grandi problemi dell’esistenza quotidiana. Qui più che altrove, allora, l’irrazionalità prende il sopravvento e l’individuo rinuncia, in modo incomprensibile, alla sua autonomia critica per abbandonarsi a suggestioni fittizie, a ingannevoli promesse. Pensare è faticoso, meglio cullarsi nell’evanescenza di un sogno.
E se sul credere religioso questo periodico si intrattiene con larghezza e continuità per la indubbia rilevanza del tema, varrà la pena, ogni tanto, di gettare un’occhiata anche all’universo delle credenze alternative o minori (benché diffusissime a tutti i livelli sociali). La disponibilità ad affidarsi a mani altrui è quasi la stessa e, fatto salvo il movente – come già riconosciuto – le affinità appaiono evidenti.

L’astrologia

La credenza più popolare e sfacciata, vuoi nei presupposti come nelle applicazioni, è senz’altro l’astrologia, una pseudo-scienza che, approfittando delle sue lontane – e per certi versi nobili – origini, dispensa a mani basse le sue sciocchezze a un pubblico strabocchevole, sempre disposto a cibarsi del nulla assoluto. Non esiste una benché minima base logica o premessa sensata di questo autentico inganno, che pure vorrebbe ammantarsi di serietà metodologica. Nessuna. Non esiste una sola “verità” ricavabile da quei ridicoli schemini fatti di cerchi, triangoli e ideogrammi, che non possa venire demolita in pochi istanti e con elementare facilità: eppure milioni di individui sono attratti e pronti ad accettare qualunque cosa venga loro propinata.

Un fenomeno non circoscritto

E non si pensi che il fenomeno sia circoscritto agli strati meno acculturati della società: purtroppo l’esperienza quotidiana mostra che oroscopi e “influssi” zodiacali, “segni” e “profili natali” vengono considerati degni di attenzione anche da gente di elevata scolarità.
I venditori di frottole prosperano con sicumera crescente, complice chi potrebbe porre un freno o un rimedio con mezzi del tutto legittimi e civili. Ma gli interessi in gioco sono talmente elevati che riuscire a scalfire la corazza di indifferenza e omertà (TV di Stato in primis) si rivela impresa insormontabile. L’astrologia, grazie all’usurpata fama di “disciplina”, appare estremamente perniciosa in quanto rafforza la tendenza dell’essere umano a credere senza riflettere. Chissà perché, ma dobbiamo sempre illuderci che qualcosa o qualcuno ci spiani la strada e sciolga in modo miracolistico i nostri affanni.

Effetti della subordinazione intellettiva

Accanto alla regina delle fallaci arti seduttive proliferano torme di ambigue quanto vivaci consorelle fondate su presunte facoltà paranormali e millantati poteri extrasensoriali: chiromanti, cartomanti, chiaroveggenti, sensitivi, maghi. Tutti bellamente marcianti in fitta schiera sulle debolezze di chi è sempre in difficoltà quando si tratta di utilizzare quel formidabile attrezzo di cui madre natura l’ha dotato: il discernimento.
Simili forme di subordinazione intellettiva producono vistosi danni, che solo a volte emergono in modo clamoroso: truffe, plagi, intimidazioni. In generale hanno l’effetto di ottundere la mente con riflessi deleteri su molti altri aspetti dell’esistenza.
Il paradosso più singolare, poi, è che dalle religioni queste fonti di credulità sono messe al bando, e ciò per evidenti “conflitti di competenza”. Nondimeno esse godono di ottima salute. Così il fedele che cede alle lusinghe di tali surrogati finisce col contravvenire ai dettami della propria stessa “chiesa”.

Altre forme di “fede messianica”

Altra specie di “fede messianica” – molto in auge da una sessantina di anni e che attira una strabocchevole quantità di adepti – è quella che vorrebbe i cieli del nostro pianeta brulicanti di astronavi extraterrestri, di macchine volanti che appaiono e scompaiono a ritmi serrati.
Qui non scatta l’ingenua speranza di vedere il destino piegato alle proprie esigenze, bensì un’innata e ardente passione per il mito, il misterioso, il fantastico a ogni costo: ieri erano ciclopi, unicorni, draghi, satiri e ninfe, creature leggendarie a cui tuttavia spesso si credeva come a entità reali, oggi sono yeti, fantasmi, zombi, presenze oscure. E, su tutti, gli extraterrestri, per la loro contiguità a ipotesi che la saggia scienza non smentisce, anzi avanza, ma confinandole a pure illazioni, plausibili sul piano teorico quanto estremamente improbabili su quello pratico di un contatto reciproco.

La complicità degli organi d’informazione

A nulla valgono le incessanti spiegazioni fornite per dimostrare la quasi totale impossibilità concreta che una qualsiasi ipotetica civiltà aliena possa comunque raggiungerci. I patiti di avvistamenti, rapimenti, incontri ravvicinati di tutti i tipi, cerchi nel grano, aeroscali spaziali (Nazca), ecc. indicano siti, raccontano con serietà inverosimili esperienze dirette e indirette, denunciano complotti del silenzio da parte dei governi, rei di celare scottanti segreti.
Buon senso, leggi fisiche, la parola degli scienziati del settore: nulla è sufficiente a incrinare la loro fede nelle misteriosi incursioni.
Va da sé che tutti questi fenomeni di fiducia cieca nei furbi detentori di verità estreme alimentano interessi colossali e consentono il massiccio sfruttamento delle debolezze dei più. E se queste, in sé, possono anche essere comprese, se non giustificate col metro del raziocinio, è tanto più doloroso (e scandaloso) che il mercato della credulità venga non solo tollerato, ma addirittura avallato dagli organi di informazione più accreditati, dalle reti televisive di Stato, da sciagurate trasmissioni pseudo-scientifiche condotte con cinismo e protervia culturale.